Lettera a Roma

Care romane, cari romani, caro Sindaco, cari consiglieri comunali,

come ideatori e promotori del progetto GRAB-Grande Raccordo Anulare delle Bici sentiamo l’esigenza e l’urgenza di scrivere questa lettera aperta alla città per rimarcare una doppia necessità: il GRAB deve essere realizzato prima del Giubileo; il GRAB deve essere realizzato bene.

Il GRAB è un progetto europeo integralmente finanziato dal PNRR, è una delle 10 ciclovie prioritarie del Sistema Nazionale Ciclovie Turistiche, è tra gli interventi pianificati dal PUMS.

Soprattutto il GRAB lo vuole la città: il 70% dei romani sottolinea l’urgenza di dare concretezza a questa opera pubblica progettata dai cittadini per tutti i cittadini.

Il GRAB è una opportunità irripetibile per dimostrare – adesso – che la città è capace di cambiamento, di lasciarsi alle spalle anni di chiacchiere sterili, baruffe chiozzotte e immobilismo con una eccezionale operazione di rigenerazione urbana, fisica e insieme immateriale. Lo ha recentemente detto Walter Tocci: “Come la liberazione del lungomare di Barcellona dalla cortina di ferro e mattoni che separava acqua e città ha simboleggiato l’uscita da una stagione di oppressione – la dittatura del franchismo – così il GRAB può essere per Roma il segno dell’affrancamento dal periodo di oppressione del Covid”. E – aggiungiamo – dall’oppressione del non fare mai, dalla convinzione falsa eppure diffusa che a Roma non si può.

A Roma si può. Si deve.

Il GRAB è un’idea progettuale sviluppata dal basso, propone un profondo ripensamento dello spazio pubblico. E’ un’opera pubblica sostenibile, a volumi zero, riammaglia senza asfalto e cemento. Al GRAB hanno lavorato la nostra associazione, VeloLove, e tante realtà nazionali e locali come LegambienteTouring Club ItalianoKyoto ClubFedertrekVivilitaliaOpen House RomaFree WheelsComitato Mura LatineFiab Roma RLRoma BPATeamdevPiano b architetti associati, con il prezioso contributo di Ente Roma NaturaParco Archeologico Appia AnticaParco Regionale Appia AnticaDIAP di Architettura della Sapienza. Una emozionante mobilitazione civica costruita passo dopo passo grazie a centinaia di volontari e a più di 200 momenti di incontro, confronto, partecipazione e trasparenza coi cittadini. Un’opera corale che ha visto 120 professionisti prestare gratuitamente tempo e competenze, arricchita da contributi tecnici arrivati da tante parti del mondo e dalla collaborazione con la Fondazione High Line di New York che ci sta proprio in questi mesi insegnando come far diventare il GRAB – una volta realizzato – infrastruttura non solo fisica, ma anche sociale e culturale: un diffuso e permanente laboratorio di partecipazione per la città.

Concretamente: il GRAB libera spazi per i pedoni nell’area del Colosseo e pedonalizza l’Appia Antica, oggi ridotta a tangenziale automobilistica; riprende il sogno di Cederna e realizza un continuum archeologico tra Fori, Colosseo, Appia, Acquedotti fino ai Castelli Romani; stimola una mobilità virtuosa verso le periferie dove vive la maggior parte della popolazione e dove è più forte la domanda di cambiamento; è il raccordo attorno a cui sviluppare una vera rete ciclabile puntando con forza all’intermodalità; completa un progetto incompiuto – il Miglio delle Arti – ricongiungendo Auditorium, MAXXI e Ponte della Musica con una piazza ciclopedonale al posto del parcheggio selvaggio e del traffico e con strutture leggere e rimovibili che preparano via Guido Reni al previsto passaggio del tram; fa crescere un bosco in via dei Gordiani al posto di asfalto e degrado; rende Villa Ada accessibile anche a chi è costretto in sedia a rotelle e avvia la necessaria manutenzione straordinaria del prezioso e delicato spazio verde.

Il GRAB realizza tutto questo in punta di piedi, spesso con operazioni di manutenzione straordinaria e null’altro, con attenzione estrema alla delicatezza dei luoghi, alla necessità di non aggiungere cemento o asfalto. Tutti principi pienamente recepiti dal progetto definitivo che Lucina Caravaggi – architetto e docente di urbanistica della Sapienza – ha sapientemente curato per Roma Servizi per la Mobilità. Il GRAB riduce gli impatti ambientali negativi, sottrae spazio pubblico all’invadenza delle auto in via di San Gregorio, sull’Appia Antica, in via Guido Reni… monumenti antichi e contemporanei dove ora le persone sono relegate ai margini, minacciate dalla velocità dei veicoli, dallo smog, dal rumore.

Cosa può significare il GRAB per Roma lo segnalano le oltre 500mila persone che hanno in questi anni partecipato alle nostre iniziative e che, con la loro presenza, hanno mostrato quanto forte sia la voglia di GRAB e delle trasformazioni positive che porta con sé; lo spiegano bene centinaia di articoli sulla stampa di tutto il mondo; lo attesta lo studio di Confindustria che stima che il GRAB – realizzato con le caratteristiche qualitative dell’idea progettuale originale – attrarrà non meno di 60mila turisti stranieri al mese generando un valore economico per la Capitale di 50 milioni di euro l’anno a vantaggio soprattutto delle piccole attività locali del turismo sostenibile, della mobilità attiva e dell’artigianato; lo certifica Lonely Planet – prestigioso editore internazionale – che inserisce il GRAB tra le 10 mete mondiali più attrattive del futuro.

Questa opportunità di cambiamento non può essere messa in discussione da una sguaiata e facilmente confutabile sequela di fake news. E’ lecito esprimere dissenso, proporre correzioni, migliorie. Non è lecito disseminare informazione decettive, come stanno facendo alcuni affermando che il GRAB è un’autostrada (sic), che verranno pavimentati spazi verdi (dove?), che per realizzarlo sono già stati già abbattuti alberi secolari (chi? dove? quando?), che verrà modificato il regime idraulico di Villa Ada (dove? come?), che verranno costruiti punti ristoro e bike parking nelle ville storiche (dove?), che leggi e regole vietano la realizzazione del GRAB in alcune aree della città (quali?). Tutto falso: il GRAB porta con sé nuovi alberi, un nuovo bosco, mentre a Villa Ada, ad esempio, il progetto prevede esclusivamente la risistemazione di una rampa di accesso a via Panama oggi inagibile e la manutenzione di un vialetto esistente è già classificato ciclopedonale, eliminando le buche per evitare fango e pozzanghere in caso di pioggia, utilizzando i materiali preesistenti – terra dove c’è terra, pietrisco dove c’è pietrisco – così da rendere il percorso sicuro e accessibile sia a chi è in sedia a rotelle sia a utenti inesperti, in particolar modo i bambini.

E’ sin troppo evidente che il GRAB e la ventata di innovazione che porta al seguito si stanno scontrando con sacche di resistenza all’interno delle quali trovano spazio la strumentale opposizione politica, il vieto conservazionismo e gli interessi particolari di singoli portatori d’interesse. Una sorta di riprova che il cambiamento per alcuni deve essere sempre auspicato, ma mai realizzato.

Dire no agli interventi previsti dal GRAB significa – nei fatti – lasciare Colosseo e Appia Antica in balia del traffico (non esiste un piano B, è bene ribadirlo), condannare il Miglio delle Arti all’assedio permanente della sosta selvaggia, impedire alle persone a ridotta mobilità di muoversi liberamente a Villa Ada…

Sarebbe imperdonabile se il GRAB rallentasse il suo percorso, se ci fossero ingiustificate mediazioni al ribasso, se Roma non dimostrasse di essere capace di futuro. Riteniamo pertanto urgente un confronto pubblico, un incontro con Sindaco e cittadini per riportare il dibattito su un piano di correttezza, sgombrare il campo dagli inganni e poter, finalmente, dare avvio ai lavori del GRAB.

Alberto Fiorillo, Presidente VeloLove